Non-Dom: Cambiamenti in arrivo nel Regno Unito
Londra - 15 Ottobre 2024
A partire da aprile 2025, il sistema fiscale del Regno Unito subirà cambiamenti rilevanti, come anticipato dal Cancelliere Jeremy Hunt durante il Budget di Primavera a marzo 2024. Una delle riforme principali riguarda l’eventuale abolizione del regime fiscale vantaggioso per i Residents Non-Domiciled, comunemente chiamato Non-Dom.
Essere Non-Dom
Il regime Resident Non-Domiciled è destinato a coloro che vivono nel Regno Unito ma non la considerano la propria residenza permanente. All’interno di questo regime i redditi generati nel Regno Unito sono soggetti alla normale tassazione prevista nel Paese, mentre i redditi esteri rimangono esenti da tasse, a condizione che non vengano trasferiti nel Paese. Questo sistema, noto come “taxation on a remittance basis”, implica che i redditi esteri non siano tassati finché non vengano effettivamente trasferiti, o utilizzati, nel Regno Unito, ad esempio per l’acquisto di beni e servizi. Essere considerati Non-Dom esclude, inoltre, allo stato attuale, i beni immobiliari posseduti altrove dall’imposta di successione applicata nel Regno Unito (IHT), e ciò quando il non domiciliato decede.
Restrizioni e Cambiamenti
Negli ultimi anni, il regime Resident Non-Domiciled ha subito diverse restrizioni, in particolare per chi risiede nel Regno Unito per un lasso di tempo prolungato. Ad esempio, coloro che sono stati residenti per 15 degli ultimi 20 anni o che sono nati nel Regno Unito ed ivi risiedono dal 2017, sono considerati “domiciliati”. Questo status implica che i loro redditi globali vengano tassati nel Paese, indipendentemente dall’origine, escludendoli quindi dalle esenzioni previste dal regime Non-Dom.
Con la prospettiva dell’abolizione di quest’ultimo nel 2025, il governo britannico sta valutando l’introduzione di un nuovo regime fiscale che richiederebbe di non essere stati residenti fiscali nel Regno Unito per almeno 10 anni prima del trasferimento. Questo nuovo regime fornirebbe un’esenzione completa sui redditi esteri per un massimo di quattro anni, anche se questi proventi vengono successivamente trasferiti nel Regno Unito.
Il nuovo regime consentirebbe ai beneficiari di scegliere in quale periodo, durante i quattro anni, desiderino beneficiare dell’esenzione fiscale senza limitazioni. Al termine dei quattro anni, secondo il regime proposto, l’individuo non domiciliato sarà tenuto a pagare le tasse nel Regno Unito su tutti i redditi e i guadagni maturati a livello globale. Si tratterebbe, evidentemente, di un cambiamento significativo rispetto alle attuali politiche.
In Transito
Per i non domiciliati che perderanno il loro status fiscale a partire dal 6 aprile 2025, ecco che il governo inglese ha previsto alcune misure transitorie. In generale queste disposizioni offrono qualche agevolazione per i non-dorm anche se non sono generose come quelle proposte dal governo precedente. Penso, ad esempio, alla Rivalutazione dei Capitali Esteri, per cui dovremmo conoscere la data di rivalutazione nel Bilancio Annuale del 30 ottobre 2024. Oppure al Business Investment Relief, ove i capitali rimessi dall’estero per investimenti non verranno tassati. Non ultimo, da considerare la Struttura Temporanea di Rimpatrio di redditi e guadagni esteri maturati prima del 6 aprile 2025; anche per quest’ultima voce i dettagli specifici come l’ aliquota fiscale applicabile e la durata della misura, non sono ancora confermati e, immagino, che maggiori dettagli saranno annunciati durante il Bilancio Autunnale.
La Tassa di Successione (IHT)
Ebbene si, i cambiamenti riguarderanno anche questa tassa non esattamente amata. Con la nuova legge che entrerà in vigore il 6 aprile 2025, l’imposta di successione (IHT) per i non-dom sarà dovuta, e il governo sta valutando infatti se includere anche alcuni beni esteri posseduti dai non-dom, rendendo meno facile evitare la tassa per chi ha proprietà significative fuori dal Regno Unito. Anche in questo caso il governo fornirà maggiori dettagli nel prossimo Bilancio Autunnale del 2024, e non si esclude che i non-dom potrebbero dover rivalutare la struttura patrimoniale globale al fine di minimizzare l’impatto della tassa di successione.
Secondo la nuova e legge, fondamentale sarà il Test di Residenza per l’IHT che adotterà il criterio della residenza fiscale ai fini dell’applicazione della tassa. Da considerare, inoltre, che se una persona soddisfa il requisito dei 10 anni di residenza, rimarrà soggetta alla tassazione in questione per i successivi 10 anni, e ciò anche se nel frattempo dovesse lasciare il Regno Unito e non essere più residente.
Non potranno essere più utilizzati i Trusts per evitare la tassa di successione e, quindi, con la nuova legge anche i beni detenuti tramite questo strumento saranno soggetti all’imposta di successione. Da notare, inoltre, che le nuove regole dovrebbero applicarsi per tutti gli eventi (la morte o il trasferimento di beni che generano una tassa di successione) a partire dal 6 aprile 2025. Eventuali eventi precedenti a detta data dovrebbero rimanere soggetti alle regole attuali
E in Italia?
In Italia, il regime per i Non-Dom prevede una flat tax sui redditi esteri, fissata a un importo di 100.000 euro. A differenza del regime anglosassone, le normative italiane non considerano la rilevanza fiscale dei redditi esteri, ma puntano invece a semplificare il carico fiscale. Di conseguenza, i beneficiari del regime sono considerati residenti ai fini delle convenzioni contro le doppie imposizioni. Inoltre, il regime italiano per i Non-Dom offre una maggiore flessibilità nella pianificazione fiscale rispetto al sistema britannico, sia con le normative attuali e sia con quelle in attesa di approvazione.
Concludendo
In generale, il regime Non-Dom in Italia, similmente a quello di Monaco e degli Emirati Arabi Uniti, sembra offrire un ambiente fiscale più vantaggioso rispetto al Regno Unito, rendendolo sempre più attraente per chi desidera ottimizzare la propria posizione fiscale. Tuttavia, è importante ricordare che il Regno Unito ospita un hub internazionale di grande rilievo, Londra, con quasi 9 milioni di residenti e circa 300 lingue parlate, dove persone di diverse nazionalità convergono per svariate ragioni. Anche nella gestione di queste sfide fiscali, sarà cruciale per il governo britannico agire con saggezza e responsabilità. E, non ultimo, una lungimirante visione di insieme.